mercoledì 8 febbraio 2012

ARTE ROMANICA

ARTE ROMANICA (XII SECOLO)
L’arte romanica è fondamentale soprattutto per l’Italia poiché l’architettura romanica nasce proprio in Italia e, per la precisione, in Lombardia. L’arte romanica si fa iniziare con l’anno Mille, alla civiltà feudale e alla formazione dei comuni. Questa la si deve alla cacciata dall’Europa del sud di due popoli invasori: i Saraceni e i Magiari (Ungari). Infatti a partire dall’VIII secolo furono scacciati e di conseguenza il clima di terrore via via svanisce determinando una rivitalizzazione sociale ed economica. Infatti i proprietari terrieri ritornano nei loro possedimenti e fondano nuovi borghi; gli scambi commerciali riprendono come del resto anche le attività produttive (le fornaci per mattoni dopo molto tempo riaprono) e riprendono i pellegrinaggi verso i grandi santuari della cristianità.
La civiltà artistica romanica si chiama così perché si sviluppa in ambienti linguistici romanzi di struttura neolatina. In Italia interessa tutto l’XI e il XII secolo e in alcuni ambiti regionali anche buona parte del XIII poiché sul finire del XII secolo troveremo le prime manifestazioni gotiche. Le caratteristiche variano a seconda del periodo: per tutta la prima metà dell’XI secolo le caratteristiche dell’arte e dell’architettura romanica sono unitarie in tutta Europa meridionale, sul finire dell’XI secolo quando lo sviluppo economico delle città era completato l’arte romanica sviluppa caratteristiche diverse da regione a regione. Completato dunque lo sviluppo delle città e resosi i comuni indipendenti iniziarono a svilupparsi le diverse scuole regionali e si ha quindi una differenziazione stilistica a seconda dell’area geografica.
Fino alla metà dell’XI secolo le costruzioni romaniche sono a carattere rurale, molto semplici e realizzate con materiali reperibili in loco ed eterogenei, come ad esempio pietre, ciottoli di fiume, mattoni e tegole di recupero. Per questo motivo questi edifici hanno murature di forte spessore, perché realizzandoli con materiali di diversa resistenza la resistenza complessiva risultava piuttosto ridotta. Le costruzioni religiose erano ad un’unica navata absidata, all’esterno come elementi decorative c’erano esclusivamente delle lesene raccordate da archetti pensili (elementi decorativi tipicamente romanici); le facciate erano molto semplici con prospetto a capanna con aperture ad occhio (circolari), a croce greca oppure monofore (finestre con un unico foro); lungo i muri laterali e lungo l’abside troviamo delle finestre a feritoia. Queste finestre erano particolarmente piccole e facevano entrare pochissima luce all’interno degli edifici, ma erano di misura ridotta per evitare di indebolire il muro. Successivamente viene realizzata una nuova tipologia di finestre, le finestre bifore, trifore o quadrifore spesso strombate. Per strombature (o sguinci) si intende una smussatura del muro, in modo tale che entri più luce all’interno dell’edificio;alcune volte c’era una doppia strombatura. La stessa strombatura è presente nei portali spesso con decorazioni di colonne. Sopra il portale è presente un rosone (finestra a ruota) formato da colonnine disposte a raggiera e vetri policromi.
Abbiamo alcuni elementi caratteristici dell’arte romanica, dei quali molto importante è la volta a crociera costolonata nella quale la croce diagonale viene evidenziata da nervature (costoloni). La funzione di questi costoloni è solamente strutturale, statico: infatti il peso della volta viene trasmesso ai costoloni che a loro volta lo trasmettono ai pilastri.
Altra caratteristica dello stile romanico è il passaggio dalle colonne ai pilastri che erano formatati da elementi rettilinei e curvilinei. Ogni elemento poi riceve il corrispettivo elemento proveniente dalla volta.
Questo determina importanti innovazioni negli edifici religiosi con la creazione di diversi sistemi costruttivi o distributivi: il sistema alternato ed il sistema uniforme.
Si ha il sistema alternato quando ad una campata (spazio individuato da un’unica volta e caratterizzato agli spigoli da pilastri) relativa alla navata centrale corrispondono due campate relative alle navate laterali; il nome alternato deriva dal fatto che alternativamente i pilastri sono grandi e piccoli visto il diverso peso che devono sopportare: i pilastri grandi infatti devono sopportare il peso di ¼ di volta grande per due e ¼ di volta piccola per due, mentre quelli piccoli devono solo sopportare il peso di ¼ di volta piccola per due.
Il sistema uniforme si ha invece quando ad una campata relativa alla navata centrale si ha una campata relativa alla navata laterale ed in questo caso i pilastri sono tutti uguali. Cosa importante perché entrambi questi sistemi esistano è la presenza della volta a crociera.
Per quanto riguarda i prospetti ne abbiamo alcuni particolari come il prospetto a tre capanne oppure a doppi salienti.
Altro elemento caratteristico è il contrafforte che ha il compito di rafforzare esternamente le pareti dell’edificio nei punti più soggetti alla pressione esercitata dalle volte e che ha forma di semicolonna e spesso di lesena.
Le costruzioni più importanti sono chiese e battisteri; esse sono massicce con il pieno predominante sul vuoto.
Le chiese più antiche sono precedute da un quadriportico (Sant’Ambrogio di Milano); le altre hanno un nartece o un semplice protiro cioè padiglione poggiante su leoni stilofori, talvolta sormontato da una tribuna dalla quale venivano esposte al popolo le reliquie.
La pianta delle chiese è a croce latina; le navate sono generalmente tre e terminano con tre absidi semicircolari. Il presbiterio è sopraelevato e al di sotto vi è la cripta.
La copertura delle chiese è generalmente piana o con volte a botte e a crociera rafforzate da nervature.La cupola sorge all’incrocio della navata centrale col transetto: è generalmente ottagonale, impostata su pianta quadrata e con essa si raccorda mediante trombe.Sulla navata centrale, si aprono i matronei riservati alle donne.
La chiesa è fiancheggiata da due campanili ornati in senso verticale da lesene e orizzontalmente da cornici ad archetti e in alto vi è la cella campanaria.
Dagli inizi del XII secolo troviamo le diverse scuole regionali, delle quali la più importante era quella Lombarda che influenzò scuole sia vicine che lontane geograficamente, come la scuola Veneta, quella Piemontese, Quella pugliese e quella Siciliana. Oltre alla scuola Lombarda troviamo molte altra scuole: la Scuola Piemontese influenzata da quella Francese e quella Lombarda; la Scuola del Monferrato (a carattere rurale); la Scuola Emiliana influenzata anche lei da quella Lombarda; la Scuola Veneta che è divisa in due scuole, quella Veneta Lagunare che aveva come centro più importante Venezia, e quella Veneta dell’Entroterra che invece aveva come centro culturale Verona; la Scuola Toscana divisa anche lei in due scuole, quella Toscano-fiorentina e quella Toscano-pisanolucchese ed infine abbiamo la scuola Laziale. Nell’Italia del sud non si può parlare di scuole regionali pur essendo ricca di manifestazioni artistiche romaniche perché sia la Puglia che la Sicilia subiscono numerose influenze stilistiche: la Puglia viene influenzata dall’arte lombarda, normanna e bizantina mentre la Sicilia viene influenzata sempre da quella lombarda, normanna e bizantina con l’aggiunta però dell’influenza araba che è stata molto forte.

giovedì 12 gennaio 2012

ARTE PALEOCRISTIANA

Arte paleocristiana

I primi secoli del cristianesimo coincidono con lo sviluppo dell’età imperiale romana.
CRONOLOGIA
• 33 d.C. Crocifissione di Gesu Cristo.
• I-III secolo d.C. Diffusione del Cristianesimo in tutte le regioni dell’ Impero. I primi cri¬stiani vengono perseguitati.
• IV secolo L’imperatore Diocleziano ordina I’ultima grande persecuzione contro i cristiani (303).
• Nel 313 I’imperatore Costantino concede ai cri¬stiani la libertà di culto (Editto di Milano).
• Nel 380 il Cristianesimo diventa religione dell’Impero. Alla morte dell’imperatore Teodosio (395) I’Impero e diviso in due: I’Occidente ha come capitate Ra¬venna, mentre Costantinopoli è capitale dell’Impero romano d’Oriente.
• V secolo Le invasioni barbariche indeboliscono I’Impero d’Occidente che crolla nel 476. Visigoti in Spagna, Franchi e Burgundi in Gallia, Ostrogoti e Longobardi in Italia danno vita ai regni romano-barbarici.
• 493 Teodorico, re ostrogoto, fonda In Italia il primo regno romano-barbarico, con Ravenna come capitale.
• 535-553 Alla morte dl Teodorico (526), I’imperatore d’Oriente Giustiniano riconquista I’Italia. Questa guerra, durata circa vent’anni, e detta greco-gotica.
• 568 L’Italia i invasa dai Longobardi, che pongono la loro capitale a Pavia.L’impero d’Oriente conserva i territori di Ravenna e di Roma, la Calabria e le isole maggiori.

ARTE PALEOCRISTIANA
L’arte che si è sviluppata nei primi secoli del cristianesimo (tra il II e il VI secolo d.C.) sul territorio dell’Impero Romano viene denominata arte paleocristiana. Come è noto il cristianesimo ha subito nei primi secoli delle persecuzioni. Dopo l’editto di Milano (313 d.c.) tutto cambia: la nuova politica costantiniana fa raggiungere livelli di massa alla produzione artistica d’ispirazione cristiana, che si arricchisce di nuovi motivi. L’arte cristiana si esprime ufficialmente ed artisti abili ed apprezzati decorano le basiliche con episodi biblici e scene della vita dei Santi, attraverso immagini assai curate nella composizione e negli accostamenti di colore. Ma soprattutto nelle opere monumentali cominciano a definirsi nuovi spazi architettonici con funzioni precise, differenziate e inedite. Nella concezione cristiana, la morte rappresenta il passaggio alla vita eterna, alla piena comunione con il Padre creatore. In continuità con la tradizione ebraica, anche i cristiani non bruciano sul rogo i cadaveri dei defunti (incinerazione), ma li seppelliscono sottoterra, in sarcofagi o in loculi scavati nel terreno. Dal II secolo d.C. vengono così realizzate a Napoli, a Siracusa, a Roma, nell’Africa settentrionale delle grandi necropoli: sottoterra i cristiani scavarono dei cunicoli disposti su più piani, in modo da poter ospitare centinaia di salme. Questi coemeteria (da koimào, dormo) sono comunemente conosciuti come catacombe, dal nome del cimitero più famoso nel Medioevo, che si trovava sulla via Appia, nella località chiamata Ad catacumbas. Sulle pareti delle gallerie i loculi per le salme, scavati nel tufo, sono rinchiusi con tegole o lastre di marmo; una semplice moneta, alcune iscrizioni o frammenti di vetro disposti in modo opportuno, servono a contraddistinguere una sepoltura dall’altra. I sepolcri dei martiri sono più grandi e maggiormente decorati. Le gallerie che costituiscono le catacombe convergono, in alcuni punti, verso piccoli ambienti, le cripte (dal greco kryptos, luogo coperto e nascosto) destinate a funzioni religiose e riunioni collettive. La decorazione delle pareti, sempre ad affresco, è riservata prevalentemente a questi ambienti. Nei rilievi e negli affreschi cristiani si utilizzano i motivi ornamentali e i temi della pittura parietale romana: in essi, però, vengono trasferiti i contenuti del nuovo culto e vengono utilizzate quelle immagini che meglio si prestano ad assumere significati cristiani. Ad esempio una vittoria alata può diventare la rappresentazione di un angelo; una scena di banchetto diventa ‘l’ultima cena’; i motivi naturalistici legati al mito di Bacco e che rappresentano foglie e grappoli d’uva, diventano simbolo del messaggio evangelico (‘ Io sono la vite, voi siete i tralci [Giovanni 15 (1-11)]).
Architettura
Anche per quanto riguarda l’architettura i cristiani utilizzano tecniche costruttive e modelli di edifici del mondo romano. Le primi sedi cristiane anteriori all’editto di Costantino vengono definite domus ecclesiae che consiste in una piccola casa a un piano con un cortile, sul quale si affacciano alcune stanze: una sala che può contenere cinquanta-sessanta persone, nella quale era collocata la cattedra del vescovo, una seconda grande la metà forse destinata ai catecumeni. Una di tali stanze aveva il soffitto decorato di stelle e una vasca sormontata da una volta a botte ugualmente decorata di stelle, mentre nella lunetta era il Buon Pastore con il gregge; su una parete i resti di una composizione con tre donne con una face che avviano verso la casa. Quando però il cristianesimo, dopo il 313, poté dotarsi di edifici di culto pubblici, si ispirò a una tipologia edilizia preesistente, quella della basilica tardo romana. Con il suo ambiente rettangolare e divisa in navate da colonnati interni, la basilica romana si adattava perfettamente alle esigenze del culto cristiano, che prevedeva la partecipazione di gruppi numerosi di fedeli ai riti religiosi. Nella basilica romana le entrate sono generalmente aperte nei lati più lunghi, in quella cristiana, invece, vengono sostituite dalla porta situata in uno dei lati minori. In questo modo il percorso all’interno dell’ambiente diventa un cammino guidato verso l’altare, posto in fondo, nella zona più sacra riservata ai sacerdoti celebranti e che, nella basilica romana, era invece destinata ai giudici. Prima di entrare nella basilica cristiana si passava attraverso un atrio, i cui quattro lati erano porticati, detto perciò quadriportico, dove sostavano i catecumeni (coloro che si stanno preparando a ricevere il battesimo). Il lato del quadriportico adiacente alla facciata della basilica era detto anche nartece. L’interno della basilica era una vasta aula rettangolare, divisa longitudinalmente in una, in tre o in cinque navate, la centrale delle quali maggiore delle altre per larghezza e lunghezza. All’interno della basilica si accedeva da diverse porte in corrispondenza delle navate. Di fronte all’entrata centrale si apriva un abside semicircolare, sormontata da una volta a quarto di sfera, detta conca. Nelle basiliche più tarde troveremo anche un braccio trasversale, il transetto, che conferisce simbolicamente alla pianta la forma di una croce latina. Esistono anche, in numero minore, costruzioni a pianta centrale dette a croce greca: due corpi rettangolari di uguale lunghezza e larghezza. Le più antiche basiliche di Roma sono state rifatte parzialmente o integralmente in epoche più tarde, come Santa Maria Maggiore del V secolo o San Paolo fuori le mura. Anche San Pietro fu riedificata tra il XVI e il XVII secolo, ma la documentazione archivistica ci aiuta a ricostruirne l’aspetto primitivo. Oltre alla basilica, anche gli schemi del tempio a pianta centrale e del mausoleo romano vengono utilizzati nell’architettura cristiana per i battisteri egli edifici funerari, coperti generalmente da una cupola decorata a mosaico, al centro dei quali è posta la vasca per il battesimo o il sarcofago del defunto. Entrambe le costruzioni hanno forma ottagonale. Sant’Ambrogio approva la costruzione a otto lati: la forma ottagonale acquista un valore simbolico in quanto ai popoli venne concessa la vera salvezza, quando, all’alba dell’ottavo giorno, Cristo risorse.
Pittura
I dipinti delle catacombe costituiscono le prime forme dell’arte cristiana. Il cristianesimo aveva elaborato un patrimonio di immagini che esprimevano concetti morali in cui potevano identificarsi uomini e donne indipendentemente dalla loro religione. Così l’immagine del pastore con la pecora sulle spalle (il Buon Pastore) esprimeva l’amore verso il prossimo; l’Uomo con un rotulo e accanto la musa, l’ispirazione a una vita armoniosa e la speranza della pace nell’aldilà. Sono eseguiti ad affresco, con una pennellata rapida, sommaria, secondo lo stile compendario romano. Le figure appaiono quasi abbozzate, su fondi bianchi o molto chiari, com’era richiesto da luoghi privi di luce. Dal III secolo d.C. i temi neutri si mescolano ad altri che in maniera molto semplificata alludono ai miracoli di Cristo: un uomo in preghiera in piedi dentro una cassa è sufficiente ad evocare il diluvio universale e l’arca; la colomba di Noè esprime la fine del diluvio e dunque il patto di Dio con l’uomo. Fino al IV secolo prevale nella pittura murale una committenza popolare e un’esecuzione povera. I temi biblici sono enunciati in maniera molto sintetica, non narrativa; i soggetti prediletti sono quelli della giustizia e dell’aiuto divino, mentre più rare sono le rappresentazioni della vita cristiana. Si evita inoltre di dare un’immagine reale del Cristo: la Moltiplicazione dei pani è raffigurata con un agnello che con una bacchetta tocca una serie di cesti.
Dopo l’editto di Milano la situazione muta. Sorgono nelle catacombe tombe sontuose addirittura rivestite di marmi e mosaici. I mosaici rappresentano la pittura paleocristiana del IV e V secolo: in un primo tempo le figure spiccano su fondi celesti; di pari passo si abbandona gradatamente l’effetto di rilievo per ricercare effetti di colore, appiattendo le immagini: un modo di creare un’atmosfera soprannaturale. Il più antico mosaico pervenutoci a Roma è quello della volta anulare del Mausoleo di Santa Costanza.
Dopo il 313 il repertorio d’immagini nelle catacombe si allarga a dismisura. La trasformazione più profonda tocca l’immagine di Cristo. Dal maestro giovane, vestito d’una tunica e una toga bianca, si passa verso gli ultimi anni del secolo alla raffigurazione d’un uomo maturo, con la barba, esemplato sul tipo tradizionale del filosofo, con veste di porpora e manto, sandali d’oro. Non siede più su una roccia, ma su un trono tempestato di gemme e ai suoi piedi ha una pedana. E’ il Signore, re dei re, cui spettano le insigne di imperatore. Nello stesso tempo, però, in avori intagliati o in sculture come quelle della porta di Santa Sabina, troviamo la rappresentazione realistica della Passione, dove Cristo appare come il primo dei martiri. Ci si avvia così verso il culto dei santi e una considerazione per un dio onnipotente e remoto, che caratterizza l’arte e la spiritualità medievali.
Scultura
La scultura paleocristiana si manifesta soprattutto nei bassorilievi e negli altorilievi dei sarcofagi. Essi riprendono il modello romano della cassa funeraria marmorea, il cui coperchio è a forma di tetto o di volta a botte. Insieme alle decorazioni naturalistiche o geometriche usate anche dai pagani, vengono rappresentate le immagini del Buon Pastore, dei profeti, di Cristo che consegna le leggi divine agli apostoli Pietro e Paolo. Oltre a quelli ornati con raffinatezza, e destinati a personaggi di rilievo, esiste una vasta produzione di sarcofagi realizzati in modo meno accurato; in essi la testa della figura centrale viene appena abbozzata, per essere completata, successivamente, con le fattezze del defunto a cui è destinata.
Testo a cura di: Tribenet - La Tribù italiana dell'Arte